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Pianificazione finanziaria: un obbligo normativo “necessario”.

Al via la nuova normativa sulla Crisi d’Impresa.

Ebbene sì, la legge 155 del lontano 2017 diventa realtà. Si tratta del codice della Crisi d’Impresa, normato cinque anni or sono, regolamentato dai primi decreti attuativi del 2019, sospeso nel regime sanzionatorio sino all’estate 2022 e infine, grazie al decreto legislativo 83/2022, entrato a tutti gli effetti in vigore. La normativa riguarda tutte le imprese e quindi anche quelle del settore AECArchitectural, Engineering & Construction.

L’asse portante di questa legge è rappresentato dalla necessità di essere tempestivi nella percezione dei sintomi della crisi che può insorgere nelle imprese; il concetto si traduce concretamente in quattro punti fondamentali.

  • Le imprese devono dotarsi di:
  • procedure di allerta che coinvolgono soci, amministratori, revisori e sindaci;
  • adeguata struttura organizzativa e idonei strumenti volti a monitorare lo stato di salute economico-finanziario dell’azienda;
  • disponibilità di competenze dedicate alla gestione della tesoreria.

È inoltre necessario che ogni impresa:

  • effettui il Test Rapido on line nei casi di dubbio e attivi un Piano di Risanamento nei casi di crisi o potenziale crisi;
  • si doti di indicatori ed elementi da monitorare costantemente;
  • sia consapevole delle responsabilità oggettive di amministratori, soci e organi istituzionali di controllo aziendale.

Una richiesta dal mercato e un’opportunità per l’impresa.

Certamente il nuovo contesto normativo impone cambiamenti e ha un impatto importante sulle imprese. Tuttavia era a tutti evidente la necessità di tutelare maggiormente i creditori nell’ambito della precedente legge sul fallimento. A questo aggiungiamo un oggettivo mercato instabile, che ha come conseguenza una maggiore attenzione nella concessione del credito alle imprese da parte delle Banche.

Chi meglio delle imprese di costruzioni si è accorto di questa modifica nell’atteggiamento generato dal nuovo contesto (blocco cessioni crediti fiscali da superbonus, sospensione garanzia MCC, ecc.)?

To do list “anticrisi”.

Ma, in pratica, cosa deve fare l’azienda per essere “155 compliant”?
In teoria nulla di più di quello che dovrebbe già fare, nella consapevolezza che le dinamiche finanziarie della cassa aziendale hanno la stessa importanza e rilevanza di quelle commerciali ed economiche.
In pratica l’impresa deve mantenere l’equilibrio fra incassi ed esborsi.
Facile a dirsi…!

Per capire la conformità della propria impresa alla normativa è sicuramente utile rispondere alla seguente check-list, che ha l’obiettivo di tradurre le indicazioni di legge in aspetti pratici e pragmatici oltre a definire gli elementi minimi di consapevolezza finanziaria.

  • Esiste un budget annuale capace di individuare gli obiettivi economici di marginalità e redditività aziendale?
  • Il budget è aggiornato periodicamente con frequenza almeno trimestrale?
  • Il budget e gli scadenzari contabili generano un report che evidenzia le previsioni di incassi ed esborsi nei prossimi 12 mesi?
  • Il report sopra indicato è aggiornato con frequenza mensile?
  • Le evidenze del report dimostrano la capacità dell’impresa di far fronte a tutti gli impegni finanziari assunti: dipendenti, fornitori, erario e debiti finanziari (mutui)?
Se la risposta a ogni quesito è positiva allora la tua impresa è in una situazione di conformità.

Organizzazione e strumenti informatici: 2 armi vincenti contro la crisi d’impresa.

Resta evidente che la nuova normativa è caratterizzata da logiche di buon senso, capaci di dare certezze a un mercato che individua nella capacità di generazione di liquidità il vero valore dell’impresa. Come si dice in gergo: “Cash is the King”.
Non tanto la normativa quanto le leggi del mercato di fatto obbligano le imprese a dotarsi sempre più di un’organizzazione attenta e preparata, anche nella misurazione delle dinamiche di cassa.

Serve quindi che le persone in prima linea siano preparate, ma sono necessari anche strumenti adatti a supportare le procedure di monitoraggio. La dotazione di software con funzioni dedicate agli aspetti di tesoreria diventa dunque indispensabile per tutte le imprese e non solo per il segmento delle grandi aziende multinazionali o quelle di interesse finanziario.

Ecco di seguito le 5 caratteristiche da verificare con attenzione nella scelta di uno strumento informatico, che ti supporta anche nel percorso di “155 compliance”:

  1. le funzioni dedicate alla tesoreria devono essere “native” nel software gestionale (logica ERP);
  2. l’alimentazione degli scadenzari contabili deve essere collegata in maniera “intima” con l’ambiente budget, per una pianificazione finanziaria a medio periodo;
  3. l’attività con gli istituti di credito deve essere automatizzata (remote home banking) e deve dare per ottenere report tempestivi ed attendibili su saldi e disponibilità complessive;
  4. la generazione del report di cash flow prospettico deve permettere di simulare scenari futuri con semplicità ed efficacia (funzioni what – if);
  5. Il software gestionale deve essere in grado di calcolare in automatico indici di bilancio, anche espressi in forma grafica, utili a prendere decisioni e a rappresentare lo stato di salute aziendale, verso attori sia interni che esterni.

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